09
Nov
Dai dati presentati al Salone internazionale del biologico e del naturale dell’Osservatorio SANA-ICE 2016 “Tutti i numeri del Bio”, promosso e finanziato dall’ICE in collaborazione con BolognaFiere e realizzato da Nomisma emerge che la filiera biologica italiana continua a godere di ottima salute, con tutti gli indicatori più importanti in crescita.
Nel corso di SANA (Bologna, 9-12 settembre 2016) il Salone internazionale del biologico e del naturale, sono stati presentati i dati contenuti nell’Osservatorio SANA-ICE 2016 “Tutti i numeri del Bio”, promosso e finanziato dall’Istituto per il Commercio Estero (ICE) in collaborazione con BolognaFiere e realizzato da Nomisma con il patrocinio di FederBioe AssoBio, da cui emerge che la filiera biologica italiana continua a godere di ottima salute, con tutti gli indicatori più importanti in crescita:
– +7,5% di superfici utilizzate rispetto al 2014;
– +8,2% di operatori;
– +15% delle vendite.
La quota di famiglie italiane che negli ultimi 12 mesi ha acquistato almeno una volta un prodotto alimentare biologico sale dal 69% del 2015 al 74% del 2016. Questo significa che in Italia più di 7 famiglie su 10 (circa 18 milioni di nuclei familiari) hanno acquistato una volta nell’ultimo anno almeno un prodotto biologico. Assieme al numero di famiglie acquirenti, cresce la spesa destinata al bio che rappresenta il 3,1% del totale della spesa alimentare (contro l’1,9 % di 3 anni fa).
Chi prova bio si affeziona facilmente:
– il 90% dei consumatori ha iniziato ad acquistare questi prodotti almeno 2/3 anni fa;
– il 25% ne consuma con grande regolarità (ogni giorno o quasi) o almeno una volta alla settimana (43%).
Diversi sono i fattori che incidono sulla propensione all’acquisto di prodotti a marchio biologico: in primis un elevato titolo di studio da parte di chi fa la spesa (81%), poi il reddito (il tasso di penetrazione è più alto nelle famiglie con reddito mensile familiare medio-alto, il 78% contro il 64% di quelle con redditi medio-bassi), a seguire la presenza di figli
minori di 12 anni (77%). Anche le abitudini alimentari influenzano la propensione al bio: nelle famiglie in cui ci sono vegetariani o vegani il tasso di penetrazione sale all’87% e anche nei casi in cui uno o più componenti della famiglia presentano disturbi o malattie che impongono grande attenzione alla dieta la percentuale supera la media nazionale (85%).
Nella top ten degli alimenti acquistati dalle famiglie l’ortofrutta fresca occupa la prima posizione (74% delle famiglie l’ha acquistata almeno una volta) a seguire l’olio extra vergine d’oliva (62%), uova (53%), miele (45%), confetture e marmellate (45%), formaggi freschi (44%), yogurt/burro (41%), riso e pasta (41%).
La motivazione che spinge la maggioranza dei consumatori ad acquistare cibo biologico è la sicurezza: il 27% ritiene che questi alimenti siano più sicuri per la salute. Anche il rispetto dell’ambiente e tutela della biodiversità (20%), e un maggior controllo (14%) sono tra le motivazioni che spingono i consumatori a rivolgersi a questo tipo di mercato.
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Tra i canali di acquisto per la spesa di prodotti biologici prevalgono grande distribuzione (GDO), dove ha acquistato in almeno un’occasione il 60% degli user bio, compresi i discount, e negozi specializzati in prodotti biologici (28%). La GDO viene privilegiata principalmente per la “comodità” (il 34% opta per iper e supermercati per poter fare tutta la spesa – bio e non bio – in un unico punto vendita), mentre il 16% pensa che negli ipermercati i prezzi dei prodotti biologici siano più bassi. Gli specializzati vengono scelti soprattutto per l’ampiezza della gamma di prodotti bio (26%).
Ma l’interesse per il bio è forte anche fuori dai confini nazionali, lo dimostrano i dati delle survey di Nomisma per Sana-Ice 2016 sul consumatore di due mercati esteri: USA e Canada. Negli USA la quota di famiglie che negli ultimi 12 mesi ha acquistato in almeno un’occasione un prodotto alimentare biologico è dell’81%, superiore a quella del Canada, dove il tasso è del 76%. Anche il bio Made in Italy riscuote successo nei due mercati (il 10% dei consumatori in USA e il 5% in Canada ha provato almeno una v
olta i nostri prodotti bio), il bio italiano ha un’ottima reputazione ma il potenziale è ancora inespresso. In particolare, per il consumatore americano, l’Italia è il primo nella classifica dei Paesi che producono i prodotti alimentari biologici di migliore qualità (lo pensa un terzo degli americani).
Fonte articolo Regioni&Ambiente
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