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Lug
Quando è caldo, c’è a chi piace berla ghiacciata; nei mesi non estivi c’è chi la ama bere all’happy hour o dopo cena facendo due chiacchiere tra amici. O perché no, durante la trasmissione di una partita di calcio. Senza dimenticare che può essere usata come ingrediente delle ricette di cucina.
Di cosa stiamo parlando?
Della birra, ovviamente! Accompagna i pasti a tavola, è la scusa per uscire la sera a fare due chiacchiere, è il motivo perché in massa ci si sposta a Monaco di Baviera all’Oktoberfest!
Si tratta della bevanda più diffusa nel mondo e persino in Italia il suo consumo ha superato quello del vino!
Ma cosa sappiamo veramente di questa antica bevanda?
Tutti sanno che la birra nasce dalla fermentazione alcolica con zuccheri derivanti dall’orzo: il malto d’orzo. Spesso nella produzione industriale vengono usati frumento, mais o riso.
Forse non tutti sanno che si tratta della bevanda più antica del mondo, le cui testimonianze cominciano a parte 7000 anni a.C nella zona dell’antico Egitto e della Mesopotamia: proprio in questa zona sembra essere nata la professione del birraio. Si è persino ipotizzato che la scoperta della birra, insieme all’invenzione del pane, abbia spinto le popolazioni a diventare sedentarie, dato che le materie prime erano le stesse per entrambi i prodotti ma quello che cambiava erano le proporzioni: se si lasciava fermentare più farina che acqua si otteneva il pane, se invece si lasciava fermentare la farina in molta più acqua, si otteneva la birra.
Nell’antico Egitto la birra era alla stregua di qualsiasi alimento utilizzato sin dalla prima infanzia e persino una medicina.
Nei secoli a venire il consumo della birra si sposta anche in altre civiltà, come quella greca, che pur preferendo il vino, riservava il consumo di birra per feste ed eventi speciali: invece gli Etruschi e i Romani apprezzavano questa bevanda, tanto che il governatore Agricola, nell’83 d.C., portò con sé tre mastri birrai dalla odierna Inghilterra e fece aprire il primo pub della nostra penisola.
Rimane di fatto che i veri artisti della produzione e diffusione di birra in Europa sono state le tribù Germaniche e celtiche, in particolare nelle zone della Britannia, della Gallia e soprattutto in Irlanda.
Le birre dei tempi antichi probabilmente assomigliavano poco a quelle a cui siamo abituati oggi, in quanto contenevano frutta, miele e spezie. Il luppolo come ingrediente appare per la prima volta intorno all’800 d.C. e chi permise un salto di qualità nella produzione della bevanda furono i monaci e le suore che producevano birra da elargire a malati e pellegrini.
La produzione di questa bevanda è rimasta artigianale fino al 1800 circa, quando a seguito della rivoluzione industriale la produzione diventa quasi del tutto industriale, grazie anche all’utilizzo di strumenti tecnici sempre più precisi. Sempre in questo periodo furono effettuati degli studi sui lieviti che hanno permesso la produzione della birra a bassa fermentazione, che è quella tutt’ora più diffusa nel mondo.
Il processo di produzione della birra è lungo e prevende diverse fasi: un passaggio importante è quello in cui si utilizza il luppolo, del quale si utilizzano solo le infiorescenze femminili che sono ricche di tannini e sostanze dal forte potere amaricante. In base a quanti luppoli si utilizzano si ottiene una birra dal sapore più o meno forte.
Pensate che bere birra faccia solo male e che sia da evitare come la peste?
Se siete celiaci ovviamente non fa per voi, ma per fortuna potete godervi le birre senza glutine pensate appositamente per chi soffre di allergie al glutine. Anche se si soffre di infiammazioni alla prostata, la birra può infiammare ulteriormente la zona. Anche le persone che soffrono di intolleranze ai lieviti dovrebbero evitare il consumo di birra.
In qualsiasi altro caso, vi sbagliate.
Perché probabilmente non sapete che rispetto ad altre bevande alcoliche contiene molto meno etanolo (alcol etilico) e contiene più del 90% d’acqua, il 5% di proteine, fibre solubili, anidride carbonica, destrine, sostanze provenienti da luppolo e glicerina.
Inoltre ha un basso apporto calorico, per cui può essere consumato all’interno di una dieta varia e bilanciata.
La birra contiene anche numerosi sali minerali come calcio, fosforo, rame, sodio, magnesio, potassio, selenio e fluoro.
A questo si accompagnano anche le vitamine del gruppo B, la vitamina C, la vitamina E (che protegge la pelle), e la vitamina J e amminoacidi: nello specifico la vitamina B6 aiuta a prevenire le malattie cardiache e la B12 fa bene per la memoria. Secondo recenti studi, è stato riscontrato che la birra abbia un’azione antiossidante e se consumata con moderazione, soprattutto nelle donne favorisce il buon funzionamento del sistema immunitario. Infine sempre utilizzando la birra senza esagerare, aumentano il livelli del colesterolo buono, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari.
Le maggiori proprietà che portano benefici al corpo si trovano soprattutto all’interno delle birre artigianali.
Uno studio effettuato dall’Istituto Nazionale di Ricerca sul Cancro di Genova ha rilevato le proprietà antitumorali del luppolo: le sue infiorescenze, che sono usate nel processo produttivo della birra, contengono diversi flavonoidi che riescono a contrastare la proliferazione delle cellule tumorali dei carcinomi mammari, ovarici e del colon. Lo stesso effetto si è ottenuto sulle cellule dei malati di leucemia.
Ovviamente questo effetto si ha soprattutto con le birre che contengono una più alta concentrazione di luppolo.
Per cui quando bevete la birra, potete farlo senza sensi di colpi ma consapevoli che state dato un sorso di benessere di quello che in passato era considerato un alimento liquido, che è in grado di aiutare anche la digestione e di permettere al corpo di eliminare i metalli pesanti.
Come in tutte le cose non bisogna eccedere, altrimenti si vanificano gli effetti positivi!
Occorre sempre bere con moderazione.
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