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Lug
Vi siete mai chiesti se esiste un “elisir di lunga vita”? Molto probabilmente qualche volta è accaduto, ebbene, pare proprio che non solo esista, ma sia stato inventato più di novecento anni fa! I protagonisti di questa scoperta sono stati i monaci buddisti mediante una pianta che viene coltivata solo in Giappone in condizioni climatiche particolari e con lavorazioni tradizionali molto antiche.
Si tratta del tè matcha, o tè giapponese, che viene considerato appunto una sorta di elisir, in quanto le sue foglie racchiuderebbero 137 volte il contenuto di antiossidanti del normale tè verde, polifenoli e diversi aminoacidi, che riducono lo stress fisico e psicologico, e l’acido glutammico che agisce sul sistema nervoso centrale. Quali sono queste tecniche tradizionali antiche? Scopriamolo insieme.
Raccolta e lavorazione delle foglie di Matcha
Settimane prima della raccolta, che avviene verso la metà di maggio, le piante di matcha vengono coperte in modo che abbiano il giusto livello d’ombra allo scopo di aumentarne il contenuto di clorofilla che conferisce a questo tè il suo tipico colore verde e mantenere l’integrità degli amminoacidi in esse contenuti. Dopo la raccolta le foglie sono cotte al vapore per difenderle dall’ossidazione e preservarne al massimo le proprietà nutritive e organolettiche, fatte asciugare e macinate in mulini a pietra in modo che raggiungano la classica consistenza di una fine polvere, particolarmente ricca di vitamine, sali minerali, clorofilla e carotene. Questo tipo di lavorazione per sospensione e non per infuso (la polvere, infatti, viene unita in una larga ciotola all’acqua) gli conferisce una maggiore concentrazione di sostanze rispetto all’usuale infusione. In particolare, il tè matcha è ricco di vitamine B1, B2 e C, beta-carotene, sali minerali, polifenoli e caffeina, che favorisce uno stato di vigile attenzione, motivo per cui veniva utilizzato dai monaci stessi durante la meditazione.
Quali altri benefici sono riconducibili al tè marcha?
Essendo praticamente privo di calorie e capace di accelerare il metabolismo in quanto catalizzatore della termogenesi, consente anche di perdere peso, mentre la presenza di clorifilla ha un effetto drenante. Grazie alla presenza di antiossidanti, polifenoli, ferro, potassio, vitamina A e C, calcio minerali e vitamine, il tè matcha, contribuisce a rinforzare il sistema immunitario. Anche l’apparato cardiovascolare trae beneficio da questo eccezionale tè, poiché l’epigallocatechina gallato concorre a tenere bassi i valori di colesterolo nel sangue e a ridurre l’accumulo dei lipidi nell’endotelio dei vasi, non solo, studi scientifici hanno dimostrato che il consumo di questa bevanda può migliorare la sensibilità delle cellule all’azione dell’insulina e la tolleranza dei glucosio, andando così a contrastare il diabete di tipo 2. Non è da sottovalutare anche l’effetto depurativo sull’apparato gastrointestinale e inibitorio nei confronti della proliferazione di batteri e virus patogeni, quali lo Stafilococco, il virus dell’epatite Be C e l’herpes.
Ovviamente, neanche di tè matcha si può abusare. Il tè contiene molta caffeina e polifenoli e berne troppo o troppo concentrato potrebbe causare tremori e palpitazioni o indigestione. Bisogna accertarsi inoltre che il tè non interferisca con medicine o integratori che si sta già assumendo. Alcuni componenti del tè potrebbero interagire con determinate sostanze. Particolare prudenza bisognerebbe avere durante la gravidanza e l’allattamento.
Come si prepara il tè matcha?
Innanzitutto sarebbe meglio acquistare un té matcha di buona qualità e preferibilmente biologico (come al solito sotto ve ne consigliamo alcuni).
Il Matcha viene preparato in due forme diverse: usucha e koicha. La prima, letteralmente “the leggero” (bastano 1 o 2 cucchiaini di polvere) è quella maggiormente utilizzata.
La seconda, “the denso” è preparata con il doppio della quantità di Matcha con cui viene fatto l’usucha. Generalmente, quest’ultimo, viene preparato durante le cerimonie giapponesi del the. Un vero e proprio rituale di antica tradizione.
Dopo aver messo in una tazza, chiamata chawan (preferibilmente in ceramica o terracotta), il té in polvere, si aggiunge l’acqua calda (la temperatura ideale è di circa 80°C).
Invece di un classico cucchiaino di metallo andrebbe utilizzato uno chashaku, una sorta di paletta che serve per misurare la quantità di tè.
Si mescola velocemente il composto con uno strumento apposito chiamato chasen: un tradizionale frullino in bambù che amalgama il tutto in modo omogeneo, evitando che si formino grumi all’interno della bevanda.
Non va aggiunto lo zucchero, né altro tipo di dolcificanti. Il tè matcha va degustato caldo e al naturale.
Ricette con il tè Matcha
Potete utilizzare la polvere di tè matcha nella preparazione di molte ricette dolci e salate.
Per esempio il gelato o il tiramisù al tè matcha in cui i Savoiardi vengono bagnati nel tè e al posto del cacao si decora il dessert con una spolverata di polvere verde.
Ottimi anche gli impasti di ciambelle e biscotti arricchiti con la polvere di tè matcha.
Sicuramente la ricetta più famosa a base di matcha è certamente il matcha latte. Ottimo sia nella versione calda, sia nella versione smoothie ghiacciata. Vi proponiamo qui due ricette perfette per la stagione calda:
Sei pronto?
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